Netflix un passo verso la pubblicità

Netflix, un passo verso la pubblicità

Netflix, in onda dopo questo breve stacco pubblicitario. Quando la notizia è iniziata a circolare, ci siamo immaginati Pablo Escobar minacciarci con la sua: “Plata o plomo”, per costringerci a pagare la pubblicità. Di tutta risposta il professore Sergio Marquina, organizzare un nuovo colpo per rispondere al sistema capitalistico figlio della pubblicità. Netflix sta andando a passo svelto verso la pubblicità.

Si ok, forse abbiamo visto troppe serie Netflix, ma sono cose del sottosopra immaginare piattaforme come il colosso californiano inserire la pubblicità. In fondo in quanti ci siamo abbonati solo per quel piacere, quel gusto malsano e perverso del tasto skip? Cosa sta succedendo? sta diventando tutto arzigogolato come la trama di Dark? 

Va ora in onda la pubblicità

Non sappiamo se questa operazione avrà lo stesso successo delle citate serie, ma il vertice ha preso la decisione, e proprio l’Italia è uno dei Paesi tester. Sottolineiamo che per l’abbonato Netflix, la forma più vicina alla pubblicità era il product placement – collocamento dei prodotti, tema che andremo ad approfondire in un altro articolo – come ad esempio per Ben and Jerry, marchio di gelati, comparso svariate serie TV.

Netflix si reinventa con la pubblicità

Ebbene, siamo giunti al giorno: oggi 3 Novembre, quella strategia precedentemente ipotizzata, parte ufficialmente: si abbassano i prezzi ma viene introdotta la pubblicità. Chiariamo subito, la scelta è opzionale, non saremo – o almeno non per ora – costretti ad abbonarci a prezzi differenti con l’introduzione della pubblicità. Solo per chi è interessato a pagare cifre ridotte, verranno inseriti degli spot. Quattro minuti di pubblicità per ogni ora di fruizione per portare il piano a soli 5,49 euro per la visione da un solo dispositivo.

Nel mercato Usa, in realtà, i grandi colossi già stavano operando in direzioni simili. Disney+ ha alzato il prezzo del suo piano principale, mantenendo invece stabile quello dell’abbonamento con pubblicità. Anche Hbo Max – casa produttrice che in Italia conosciamo per successi quali “True detective” o “Il trono di spade” – aveva lanciato già a Giugno ‘21 il suo abbonamento con pubblicità, dal costo di 10 dollari mensili. Quindi non solo Netflix compie un passo verso la pubblicità, ma è il trend dell’intero segmento di mercato.

Molto interessante il partner scelto per questa operazione, Microsoft. Il gigante dell’informatica non ha grande esperienza nel campo dello streaming, ma negli ultimi anni ha lavorato in previsione di rafforzare il settore pubblicitario. Ovviamente l’accordo è stato siglato in maniera tale che Netflix gestisca i rapporti con produttori tv e cinematografici, mentre Microsoft selezionerà le agenzie pubblicitarie più adatte a questa nuova sfida.

Ma quanto valgono veramente quei quattro minuti di pubblicità prima citati? E’ chiaro, pago di meno e guardo 240 secondi non da me selezionati. Ma poi cosa altro potrebbe succedere? Molto probabilmente alcuni contenuti verranno proposti più tardi e verosimilmente il download per la visione offline, sarà bloccato per questa tipologia di abbonati. Altra domanda, forse la più importante, quanto sarà invadente la pubblicità? Si, potrei essere disponibile a pagare di meno e perdere quei quattro minuti di vita, ma quanto saranno disturbanti? Le pubblicità verranno trasmesse prima e durante alcuni contenuti, ma mai durante i contenuti per bambini o i prodotti originali Netflix.

La diversificazione dell’offerta Netflix

Cosa è successo negli ultimi mesi, semplice: Netflix per la prima volta in 10 anni ha visto numeri in calo, per questo il colosso ha iniziato a ragionare su operazioni per invertire tale tendenza. Ad esempio ha lanciato il servizio Games, ma non sta riscuotendo grande successo: meno dell’1% degli utenti lo utilizza. Il periodo di lancio è ancora troppo breve per segnare una stroncatura definitiva, per questo invece di demordere ha raddoppiato il catalogo. Queste nuove strategie di Netflix sono figlie anche dell’aumento del tasso di abbandono del servizio e, infine, di qualche problema sui contenuti – per la legge dei grandi numeri – qualcosa è ovvio che non ha il successo immaginato.

Ed allora, cosa possiamo capire da tutto ciò? Beh tirando le somme, qualsiasi operazione riguardi il marketing è di nostro interesse, ma è sempre bello capirne le strategie, le cause e le conseguenze. Lo streaming è un servizio sempre più utilizzato, aumentano i player e aumentano i contenuti. Quanto può investire in tempo e in denaro l’abbonato medio? Ed è proprio in questi dubbi che si inserisce la pubblicità e da una mano alle piattaforme.

Come l’utente vivrà il rapporto Netflix – pubblicità? Facciamo una previsione, si abituerà e vedrà in alcune fasce di popolazione (età, reddito, nazione ) un successo importante: accetterà di buon occhio la riduzione dei costi.

Nostro compito sarà quello di osservare cosa accadrà e goderci la nostra serie preferita; i pop corn sono già pronti, li mangeremo o li lanceremo alla prima pubblicità? Per scoprire la risposta ci vediamo alla prossima stagione, nel frattempo gustati il trailer di quello che possiamo fare per te: https://docety.marketing/analisi-gratuita/

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