Il marketing virale

Il Marketing virale è efficace?

Virale: è un qualcosa che si diffonde in modo particolarmente veloce e capillare. Può il marketing controllare tale viralità o è un qualcosa affidata completamente al caso?

Perchè una cosa che oggi piace a me, domani interessa te, e dopodomani ne stiamo parlando con un gruppo di amici? Siamo così altamente influenzabili?

Già questi primi dubbi fanno capire che il marketing e la virilità sono un binomio che merita particolare attenzione. Proviamo a darne una prima definizione allora: il Marketing virale è una forma di comunicazione non convenzionale che punta fortemente sul destinatario finale, in quanto esso stesso diventa un propagatore del messaggio. Più propagatori vengono raggiunti, più la diffusione sarà esponenziale.

Un altro concetto fondamentale è stato introdotto con questa spiegazione ovvero il marketing non convenzionale: un insieme di strategie che puntano su elementi alternativi e innovativi. 

Si certo, ognuno di noi che fa questo mestiere cerca di essere il più bello, il più bravo, il più alternativo e/o il più innovativo ma per essere veramente non convenzionali e virali ci vuole molto di più della semplice volontà. 

I più potranno pensare: “ già siamo sommersi di pubblicità, non dormite la notte per inventarne sempre una nuova?” Beh, in un certo qual senso mi verrebbe da rispondere, vero! Però il consumatore è cambiato, è cresciuto e si è evoluto. E’ un cliente più colto, non semplicemente come livello di alfabetizzazione, ma perchè abituato a convivere con il marketing.

Belli i tempi dell’innocentissimo carosello? sicuramente, ma non va più in onda dal 1 Gennaio ‘78. Quanto è buono l’odore di giornale appena uscito dalla rotativa? Ottimo, ma probabilmente quella notizia è già stata battuta su twitter e instagram già ha sponsorizzato il tutto. Quindi se la comunicazione è cambiata è anche perchè il cliente voleva un qualcosa di diverso, con la differenza che oggi lo manifesta con maggior forza ed enfasi.

I contenuti virali

E poi siamo sinceri, anche tu oggi giorno produci contenuti. Sono pubblicitari? Molto probabilmente no. Sono virali? Spesso si, e in quest’azione ti stai trasformando in prosumer da semplice consumer. Allora le aziende hanno vinto, hanno trovato il modo di lavorare gratis, l’utente fa, crea, diffonde, compra e paga.

No, non cadiamo in quest’errore, virale e non convenzionale hanno bisogno di pensiero e strategie, test ed esperienza. Quindi budget e pianificazione sono fondamentali anche perchè un contenuto non nasce virale, lo diventa. Semplicemente il cliente è fortemente partecipe nel processo di diffusione, molto più che con forme tradizionali di marketing.

L’ Ice Bucket Challenge è stata senza dubbio una delle operazioni virali di maggior successo. Siamo nel 2014 ma sono ancora nella memoria di tutti i video di secchiate d’acqua che le persone si lanciavano o si facevano lanciare e nominavano a loro volta altre persone che dovevano accettare la sfida. Tutto questo era alla base di una raccolta fondi a favore della Sla. Negli Stati Uniti le persone hanno condiviso 1,2 milioni di video solo su Facebook, con circa 2,2 milioni di citazioni su Twitter. In Italia, la AISLA – Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica – ha raccolto oltre 2,3 milioni di euro da 51.460 donatori diversi, grazie al gioco della viralità. Questo è un primo esempio della viralità del marketing e con orgoglio ringrazio il mondo in cui lavoro, perchè con le sue strategie ha dato una grande mano ad una così nobile causa.

Ti faccio ancora riflettere sulle potenzialità del marketing virale: come condisci la carne da un paio di anni ad oggi? Non ho una media statistica ma sono convinto che un’ottima percentuale di lettori si è mossa almeno una volta come Salt bae: braccio a collo di oca e sale sparso ovunque tranne che sul piatto. Perchè ognuno di noi ha imitato lo chef? Perchè questo gesto, forse senza senso, forse buffo, forse geniale, era ormai immagazzinato nelle nostre menti.

Ultimo esempio più vicino ai nostri confini e forse il più tangibile economicamente, il Buondì Motta. Tutti conosciamo la merendina del brand milanese ma facciamone un’ analisi rapidissima: tradizione e awareness al top, apprezzamento del prodotto in evidente calo. Ed allora come dare nuova vita ad un prodotto presente sul mercato dal 1953? Ecco la risposta, il marketing. Vi racconto brevemente la campagna ma sono quasi sicuro che ognuno di noi ha stampato nella mente il sorriso della bambina e la sua “dolce” vocina.

Alla richiesta di una merenda con particolari qualità, tutti coloro che ne negassero l’esistenza venivano colpiti da un asteroide. Fra accuse alla fastidiosissima bambina e accuse di crudeltà contro il genere umano il successo di quella campagna fu clamoroso ed era completamente basato sul chiacchiericcio generato intorno a quella piccola brioches nata ad inizio anni ‘50.  

L’impatto del marketing virale è importante? Indubbiamente. E’ una strategia facile? Assolutamente no. Il ruolo del cliente è cambiato? In maniera significativa. Quello che noi facciamo come Docety, è capire i trend del momento e inserirci in questo circolo virtuoso. Come abbiamo detto all’inizio, la strategia e l’analisi sono alla base di un risultato finale di successo. Perchè ricordati, genialità e duro lavoro saranno indispensabili, sempre.

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