Il mondo degli Esport

Il mondo degli Esport

Lo sport è un’ attività che da sempre accompagna l’uomo, basti pensare che la maratona nasce nel 490 A.c. Hobby, passatempo, lavoro, benessere psico-fisico. Comunque la si voglia vedere fa parte della nostra vita. Alcune stime raccontano che oltre il 30% della popolazione mondiale pratica attività sportiva e una cifra elevatissima ne è spettatore, forse incalcolabile la percentuale che ne è coinvolta in qualsiasi forma. Ed il mondo degli Esport quante persone conta?

Consideriamo eventi macro: I giochi olimpici di Londra 2012 hanno avuto il più alto numero di spettatori al mondo, 3.6 miliardi. Al secondo posto un’altra edizione di Olimpiade, Pechino 2008 che è stata vista 3.5 miliardi di telespettatori. L’obiezione potrebbe essere che un evento globale e una durata importante non può fare media o classifica.

Allora analizziamo il singolo evento; il Super Bowl XLIX – edizione del 2015 – è in cima alla lista dopo aver raggiunto un pubblico di 114 milioni di persone che hanno guardato l’evento in diretta. Nel bel Paese, la finale del campionato mondiale di calcio 2006 tra Italia e Francia, registrò un’audience media di 23.935.000 spettatori, in un mondo tecnologicamente preistorico rispetto al 2022.

Possiamo allora serenamente affermare: lo sport è un veicolo per il marketing eccezionale, semplicemente per attori e media coinvolti. Come unire tutto ciò: passione, tecnologia, futuro, marketing e comunicazione? Ecco che il mondo degli Esport emerge con prepotenza.

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Gli esport, i numeri di questo mondo 

Gli sport elettronici sono le competizioni di videogiochi riconosciute a livello agonistico e professionistico. La prima distinzione va fatta fra i multiplayer e quelli da giocare singolarmente dove fa fede il miglior punteggio possibile raggiunto. I generi più diffusi sono: strategici, picchiaduro, sparatutto e multiplayer massivi. 

Una chicca – dedicata soprattutto ai veri appassionati del genere – la prima competizione organizzata di videogiochi fu un piccolo torneo di Spacewar, un gioco entrato ormai nella storia. La Atari, chi di noi non ha posseduto una loro console, già nel 1980 organizzò un torneo di Space Invaders a cui parteciparono oltre 10.000 iscritti. Scusate per il ricordo così nostalgico e romantico, ma un vero giocatore lo resta per sempre e ogni tanto fa fugaci apparizioni fra un vintage ed un arcade.

Tornando ai giorni nostri, la forza degli esport è clamorosa. La bellezza e la passione dello sport, unito alla sviluppo della tecnologia. Due mondi che si incontrano creando il connubio perfetto.  Secondo una ricerca condotta da Newzoo, gli sport elettronici produrranno ricavi superiori al miliardo di dollari entro il 2022 nel mercato globale, niente male, vero? Un impatto tale che si sta vagliando l’ipotesi di inserire questa disciplina nelle olimpiadi reali. Beh se questi sono i numeri, allora non si può parlare soltanto di passatempo e svago.

Alcune aziende, bisogna darne atto, erano state lungimiranti sul tema, ad esempio Red Bull e Intel. Certo, parliamo di due realtà molto particolari. La prima ha fatto dell’innovazione il suo marchio di fabbrica, la seconda è una delle leader indiscusse della tecnologia. Quindi ci si poteva aspettare da due colossi del genere che leggessero bene questa evoluzione.

Ora però anche marchi come Mercedes, McDonald’s, Mastercard, Movistar e Coca-Cola hanno fatto il loro ingresso nel mondo delle sponsorizzazioni legate ai tornei professionistici virtuali. Alcuni di questi nomi, non sono così associabili ad un qualcosa di giovane, smart, fugace, divertente. Eppure hanno deciso di investire in questo settore perchè il potenziale è infinito.

Se questi grandi marchi hanno fatto irruzione in tale mondo vuol dire che il momento è giunto e che il tornaconto è importante. In fondo i giovani tra i 16 e 25 anni sono un gruppo con comportamenti precisamente mutevole, che come possono i brand a raggiungerli in maniera più semplice? Il rapporto con i media tradizionali è cambiato e il tempo di attenzione è sempre più basso. D’altro canto sono esplosi i social, la condivisione e le comunità virtuali. La risposta continua ad essere la stessa: esport! L’utente si diverte, l’azienda investe, si fa pubblicità e tutti sono contenti.

Gli Esport sono il futuro per il marketing? Guardiamo cosa ha fatto KFC, famosissima catena di fast food americana. Ha organizzato un torneo di Call of Duty e ha offerto un montepremi di oltre 60.000 dollari. inoltre la possibilità di vincere una carta nera “KFC”, ovvero una tessera esclusiva che consente al fortunato vincitore di mangiare gratuitamente.

Ed allora non meravigliamoci, il marketing deve saper sfruttare anche queste leve per restare al passo con i tempi, a noi invece non resta che augurarti buona partita!

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